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L'assenzio è molto pericoloso se utilizzato senza stretto controllo medico.
L'assenzio è una pianta utilizzata in passato in erboristeria ma ora abbandonata perché contiene sostanze pericolose per la salute neurologica

Il nome assenzio deriva dal greco apsìnthion e da quello latino absinthium, termine di difficile traduzione, ma che allude allo sgradevole sapore di tutte le parti della pianta (una possibile traduzione sarebbe “pianta senza diletto”).
Era già largamente conosciuto e utilizzato nell’antico Egitto e nella Grecia di Ippocrate e somministrato in forma di tonico o digestivo.

Le proprietà euforizzanti dell’assenzio sono state esaltate in determinati periodi storici: durante il Romanticismo da Shakespeare, che fa esclamare “Assenzio! Assenzio!” ad Amleto, mentre Manet lo ritrae a simbolo di rifugio esistenziale solitario e disperato, e i poeti cosiddetti “maledetti” ne facevano uso per inebriarsi e sopportare la propria condizione di emarginazione sociale.

Artemisia absinthium è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee, utilizzata in passato per le sue proprietà medicinali, ma soprattutto per il suo impiego nella preparazione del distillato d'assenzio, aromatico e molto amaro, da consumare con cautela diluito e/o zuccherato. È inoltre la base aromatica principale nella preparazione del vermouth.

Com'è fatto l'assenzio

Si tratta di una pianta perenne nelle parti legnose della base, mentre le porzioni erbacee seccano ogni autunno per riformarsi in primavera. Arriva a un’altezza di 1,20 m e ha aspetto arbustivo.

Le foglie hanno colore verde, reso grigiastro dalla peluria che le ricopre, hanno sapore amaro ed emanano un profumo piuttosto intenso; si dipartono in modo alternato dal fusto.

I fiori tubulari si raggruppano numerosissimi sulle pannocchie, hanno portamento pendulo e colore dorato.

Cresce in luoghi aridi e soleggiati ad altezze variabili: dal livello del mare fino a 1500 m slm. Si trovar in Italia lungo i muri, al margine dei campi coltivati e tra sterpaglie e siepi in tutte le zone, fatta eccezione per le isole maggiori e la Pianura Padana.

Le foglie vengono raccolte prima della fioritura, mentre le infiorescenze si raccolgono nel periodo estivo. Si recidono i fusti alla base, poi si raccolgono in mazzi e si lasciano essiccare, capovolti, in un luogo asciutto, ben ventilato e al riparo dai raggi diretti del sole. Le parti secche si conservano, intere o spezzettate, in vasi di vetro a chiusura ermetica tenuti in luogo fresco e buio.

Come si utilizzava l'assenzio

In passato l'assenzio veniva utilizzato in erboristeria per diversi disturbi legati al sistema digerente, all’apparato riproduttivo femminile e come febbrifugo. Favorisce e regolarizza il flusso mestruale, favorisce la secrezione biliare e la digestione, e ha proprietà vermifughe.

L’assenzio veniva consigliato nei casi di disturbi della digestione, inappetenza, atonia gastrica, vomito nervoso, parassitosi intestinale, infiammazioni delle mucose del tratto gastro-intestinale, amenorrea, irregolarità mestruale, dissenteria prolungata, epatoprotettore, tosse.

Dalle sommità fiorite e dalle foglie, ridotte in polvere, si ottengono in modo controllato liquori, amari e aperitivi.

Tra i principi attivi del fitocomplesso ritroviamo absintina (lattone sesquiterpenico), flavoni, olio essenziale (che contiene tujone e tujolo, sostanze dall’elevata tossicità che agiscono a livello del sistema nervoso centrale), acido ascorbico, tannini.

Oggi è meglio evitare di utilizzare l'assenzio, soprattutto per preparazioni casalinghe senza strettissimo controllo e prescrizione medica. In ogni caso bisogna evitare l’utilizzo in fase di gravidanza o allattamento, in caso di ulcera gastrica o duodenale, in caso di assunzione di farmaci psicostimolanti. E comunque non bisogna superare le dosi consigliate, essendo ricco in tujone dall'azione neurotossica.

Utilizzi soliti e insoliti dell'assenzio

  • L’uso più celebre dell’assenzio è come ingrediente per l’omonimo distillato o per altri, come vermouth, amari e il tipico liquore balcanico pelinkovac.
  • I germogli freschi raccolti dalla pianta sono un potente repellente per topi, pulci, tarme e anche acari, afidi e formiche.
  • In piena terra è una pianta utile nella coltivazione biologica: tiene lontane le erbacce, ma anche lumache e larve. Inoltre l’infuso serve a trattare malattie delle piante di origine microbica, ad esempio la ruggine.
  • Nel resto del mondo, viene impiegato per realizzare alcune ricette tradizionali, come il songpyeon coreano, un biscotto di farina di riso dal colore tipicamente verde, oppure per aromatizzare il diffusissimo té alla menta marocchino.

 

Assenzio, pericoloso utilizzarlo - Ultima modifica: 2017-12-01T11:37:21+01:00 da Redazione Passione In Verde