amaryllis e ippeastro
Hippeastrum 'Dancing Queen'
Amaryllis e ippeastro sono due bulbose spesso confuse fra loro perché entrambe producono grandi fiori a forma di giglio, reperibili soprattutto a Natale

Amaryllis e ippeastro sono tipiche piante natalizie, perché da noi si trovano in vendita a dicembre, pronti per la fioritura sulla tavola di Natale. Il bulbo più facilmente reperibile lo chiamiamo amarillis o amarillide, ma in realtà è un ippeastro.

Entrambe le piante si originano da un grosso bulbo, producono lunghe foglie nastriformi e stupefacenti fiori a forma di giglio, grandi e variamente colorati. Si tratta però di due generi diversi, Amaryllis e Hyppeastrum, appartenenti alla medesima famiglia, le Amarillidacee. La confusione nasce dal fatto che, sino a qualche decennio fa, esisteva l'unico genere Amaryllis all'interno del quale rientrava il sottotipo Hyppeastrum. Oggi, più correttamente, il primo genere è stato sfrondato dei sottotipi, riducendolo a un'unica specie, A. belladonna, più adatto alla coltivazione in piena terra nel Sud Italia, mentre l'ippeastro da vaso è stato nobilitato al rango di genere a sé stante.

Come sono fatti Amaryllis e ippeastro

Dal grosso bulbo nasce il fogliame nastriforme, largo e di colore verde intenso, subito prima o contemporaneamente allo stelo fiorale cavo. Questo sostiene da due a quattro fiori molto grandi (oltre i 15 cm di diametro nelle varietà ibride olandesi), a forma di imbuto, generalmente rossi, ma anche rosa o bianchi, anche variegati nelle diverse cultivar. Il fiore è solo rosa e più piccolo nell’amarillis.

Amaryllis e ippeastro
Amaryllis belladonna

Dove si coltivano

Provengono dalle zone tropicali o subtropicali dell'America meridionale ma da noi devono vivere in un vaso in plastica, di diametro 16 cm per ogni bulbo, che non va interrato del tutto, ma deve sporgere per metà sopra il terriccio. Inserite un tutore lungo il bordo del vaso: servirà per legare il grosso gambo che porta i fiori, il cui peso potrebbe sbilanciare il vaso.

L’amarillis può vivere anche in piena terra in giardino, ma solo nelle zone più miti del Paese.

Come si coltivano

Desiderano un’esposizione luminosa, anche con sole diretto, in un ambiente a 18 e 24 °C di temperatura; tollerano anche temperature elevate ma non minime sotto i 10 °C.

Date loro un buon terriccio universale e sabbia in parti uguali, o una miscela di terra da giardino, torba e sabbia in parti uguali. È preferibile un buon drenaggio.

Dopo la messa a dimora, vanno annaffiati fin da subito abbondantemente, prima per facilitare la ripresa vegetativa e poi per indurre l'emissione del fogliame e dello stelo fiorale, lasciando però asciugare il terriccio fra due somministrazioni.

Si concimano solo a sfioritura avvenuta, con un prodotto liquido per piante da fiore in tutte le ultime annaffiature.

Quando il bulbo ha terminato la fioritura, emette le lunghe foglie arcuate. A completa sfioritura, diminuite progressivamente le annaffiature, sino a interromperle del tutto per concedere al bulbo il riposo, da trascorrere all’aperto da aprile a settembre.

Se in inverno non potete ricoverare il vaso in una stanza fresca, estraete in settembre il bulbo e ponetelo in cantina avvolto in un sacchetto di carta; ripiantatelo in febbraio, annaffiandolo e concimandolo, per ottenere la fioritura in aprile-giugno.

Quando i fiori appassiscono, tagliate il grosso gambo alla base, vicino al bulbo. In natura producono grossi semi neri che, dopo l'impianto in vaso, impiegano più di tre anni per costituire un bulbo in grado di fiorire.

Spesso il bulbo produce un secondo stelo di fiori e il germoglio in genere appare quando il primo stelo non è ancora del tutto appassito. Solo in casi eccezionali si ottiene anche un terzo stelo.

I loro nemici

Uno solo, il fungo Stagonospora curtisii che si manifesta con macchie o striature rosso vivo dalle radici fino al fiore; si previene mantenendo limitata l’umidità e si cura con fungicidi a base di rame. Attenzione a non confonderlo con occasionali macchie rosse derivanti da danni meccanici (urti, graffi ecc.).

Amaryllis e ippeastro, bulbose simili ma diverse - Ultima modifica: 2019-10-15T07:23:41+02:00 da Redazione GI