api
Api domestiche alla ricerca di nettare.
Api, bombi, vespe, calabroni sono tutti dotati di pungiglione, ma non tutti pungono. Ecco come distinguerli e quali sono veramente pericolosi

Tutti gli imenotteri (api, bombi, vespe, calabroni ecc.) fanno in genere paura perché, fin da piccoli, sappiamo che sono muniti di pungiglione e che la loro puntura è molto dolorosa e in seguito fastidiosa per il prurito che provoca. Ma è importante imparare a distinguere nel mucchio: c’è da avere veramente paura solo dei calabroni, vespe aggressive anche senza motivo, mentre tutti gli altri imenotteri pungono solo se a loro volta impauriti, per difendersi da un pericolo.

In più, api e bombi sono in genere troppo indaffarati a volare di fiore in fiore per nutrirsi del nettare (così facendo, impollinando anche le corolle, un’azione fondamentale per ottenere i frutti e i semi) da pensare di perdere tempo prezioso (vivono da 30 a 90 giorni) a pungere uomini o animali.

Come se non bastasse, le api sanno che possono pungere una sola volta nella vita: il loro pungiglione rimane conficcato nella pelle, lacerando l’addome dell’insetto che subito dopo muore; ciò significa che, prima di “suicidarsi” un’ape ci pensa dieci volte!

I bombi, innocui

Ecco perché bisogna imparare a riconoscere l’insetto minacciosamente ronzante sul fiore: i grossi e pesanti bombi non sono minacciosi calabroni, dai quali si distinguono per il corpo corto e tozzo, tutto nero, nero con strisce bianche e gialle, oppure nero con addome arancio, molto peloso, e per il volo sgraziato e rumoroso.

bombo
I bombi sono inconfondibili per i colori e il volo.

Si nutrono esclusivamente di nettare dei fiori, fra i quali vola instancabile, disinteressandosi del mondo circostante. Solo le femmine possono pungere, ma si tratta di un evento rarissimo: nemmeno se molestate tendono ad aggredire.

Lasciateli in pace: ogni giorno trasportano involontariamente etti di polline fra le corolle, consentendo così un’efficace fecondazione nel frutteto e nell’orto, ma anche fra la vegetazione spontanea o del giardino.

Api selvatiche e domestiche, quasi innocue

Ma è pacifica anche la terrificante ape legnaiola (Xylocopa violacea), dal corpo tozzo e peloso, nero con riflessi magenta e dalle ali blu-viola metallizzato, e dal volo altrettanto pesante e rumoroso. Passa il tempo proprio come il bombo, nidificando nel legno vecchio, per esempio nelle cavità di alberi del giardino, senza formare colonie perché trascorre la vita in solitaria. Non punge nemmeno stretta tra le fauci di un gatto

ape legnaiola xilocopa
L'ape legnaiola (Xilocopa) è praticamente innocua.

Così come sono quasi innocue sia le api domestiche (Apis mellifera, quelle allevate dagli apicoltori per ricavarne il miele, dall’aspetto “nudo” a righe gialle e grigio scuro), che passano il tempo a bottinare, sia quelle selvatiche (Megachile centuncularis, irsute e grigiastre), che amano deporre le uova nei fori di drenaggio dei vasi appesi o nelle fioriere pacciamate con sassi. Da aprile ad agosto è interessante osservare questi insetti alati svolazzare nei pressi dei vasi prescelti tenendo fra le zampine un brandello di foglia, che serve loro per foderare il “nido” dove deporranno l’uovo e una piccola riserva di nutrimento per la larva. Due consigli in merito: evitate di stare sulla traiettoria di volo delle megachile, e nel marzo successivo rinvasate la pianta che l’anno prima ha fatto da “albergo” perché si ritrova con meno terra a disposizione (le api la buttano fuori per ricavare i nidi, ma non danneggiano le radici né nocciono alla pianta).

Ape solitaria (Megachile) mentre trasporta la foglia in cui deporrà l'uovo.
Ape solitaria (Megachile) mentre trasporta la foglia in cui deporrà l'uovo.

Come evitare punture di api

C’è un unico caso in cui anche api e bombi devono fare paura: se si sospetta o si sa per certo di soffrire di una reazione allergica tale da portare allo shock anafilattico, letale se non curato in pochi minuti. In questo caso il consiglio, oltre a quello di tenere a portata di mano l’antidoto (adrenalina e cortisone) da iniettare subito, è quello di non coltivare fiori profumati, che attirano irresistibilmente gli insetti impollinatori: glicine, robinia, tiglio, biancospino e Crataegus, piracanta, lauroceraso, gelsomini veri e falsi, caprifogli ecc. vanno dimenticati; via libera invece ai fiori non profumati o rossi (invisibili agli Apoidei).

Più in generale, per tutti vale comunque l’accortezza di non disturbare mai arnie e nidi, perché si scatenerebbe lo sciame, con conseguenti punture multiple e possibile shock da sovraesposizione anche in persone non predisposte. Se vi accorgete di avere un nido d’api in un albero del giardino o in una fessura dell’edificio (capita in giugno dopo la sciamatura delle regine), contattate subito un’associazione di apicoltori della vostra zona: loro sanno come recuperare tutta la colonia senza nuocere né agli insetti né alle persone.

Le vespe cattivelle

Rispetto agli Apoidei, i Vespoidei fanno più paura perché non hanno remore a pungere, visto che il loro pungiglione rimane saldamente attaccato al corpo permettendo anzi più punture contemporaneamente. Ma anche in questo caso non bisogna generalizzare: non tutte le vespe sono ugualmente aggressive e quindi temibili.

Per esempio, le vespe muratore (Sceliphron caementarium, Ancistrocerus parietinusecc.) difficilmente attaccano perfino quando vengono minacciate con giornali per farle uscire da una stanza: si riconoscono per il corpo lungo (1 cm) e sottile (2 mm) e per le zampe allungate (2 cm) che portano pendenti mentre volano. Costruiscono piccoli nidi di fango cementato nei quali depongono un uovo: li attaccano preferibilmente a manufatti, come il cassonetto della tapparella, la parte inferiore della soletta del balcone o di cornicioni e lesene, ma anche nell’interno di librerie, armadi da giardino, capanni, scatole di cartone ecc. Sono così discrete che difficilmente ci si accorge della loro presenza, salvo quando rimangono intrappolate in casa per la chiusura della finestra: basta riaprirla perché se ne vadano senza nuocere.

Vespe poliste nel nido a forma di ombrello.
Vespe poliste nel nido a forma di ombrello.

Anche le poliste (Polistes) pensano principalmente ad accudire il nido, che appendono ai rami più alti di alberi e arbusti: appeso a un ramo mediante un esile ma robustissimo peduncolo, ha la forma di un ombrello con le cellette rivolte verso il basso e una consistenza cartacea. Viene costruito a partire da maggio e da luglio si schiudono le prime uova: la colonia annovera al massimo una ventina di esemplari. Gli adulti, lunghi 1 cm, glabri, neri con strisce giallo limone, si arrabbiano molto se il nido viene mosso o urtato, ma difficilmente – per esperienza personale – aggrediscono. Si consiglia di eliminare il nido sul nascere solo se è in luogo di passaggio, dove possa essere urtato di frequente o raggiunto da bambini o animali domestici.

Più temibili sono le vespule (Vespula germanica, V. vulgaris) lunghe circa 1 cm, glabre e intensamente giallo oro e nere), che possono aggredire in gruppo durante un pranzo all’aperto a base di carne o pesce alla griglia, affettati, formaggi o uova, di cui sono ghiotte (è anche il nutrimento per le larve): conviene sacrificare una parte del cibo, da porre in un piattino lontano dal gazebo dove si mangia, in modo da sviarle dal tavolo da pranzo. Sono sempre loro a forare e mangiare i frutti ben maturi: raccoglieteli con i guanti e scuoteteli se vedete piccoli buchi in superficie, assolutamente non ammorsateli subito per non ritrovarvi con una pericolosissima puntura in bocca! Per ridurre i danni, durante la maturazione dei frutti potete appendere ai rami bottiglie di plastica contenenti acqua e zucchero. Realizzano nidi cartacei, appesi con un peduncolo a manufatti o rami, ma dalla forma tondeggiante, fino a 10 cm di diametro, abitati da più di un centinaio di individui: data la maggiore aggressività, è bene eliminarli appena vengono allestiti o in inverno, mentre nella bella stagione bisogna attendere la sera, quando tutti gli insetti vi si sono ritirati e spruzzare l’apposito prodotto vespicida, rispettando le istruzioni d’uso riportate in etichetta, per poi staccarlo e distruggerlo.

I pericolosi calabroni

Il calabrone è l'unico vespide di cui avere veramente paura.
Il calabrone è l'unico vespide di cui avere veramente paura.

La paura invece è perfettamente giustificata nel caso dei calabroni (Vespa crabro), grandi, pericolosi e aggressivi: possono pungere anche se non minacciati, inoculando una quantità di veleno proporzionale alle dimensioni dell’insetto, provocando un intenso dolore prolungato e determinando – nei soggetti predisposti – lo shock anafilattico, che può insorgere anche in persone non predisposte se punte alla gola o ripetutamente. Sono vespe dal caratteristico corpo sottile e glabro, giallo con strisce nere e testa e arti rossi, della lunghezza di 2-3 cm e ronzano rumorosamente intorno al cibo disinteressandosi dei fiori. In genere sono solitarie, ma se notate più esemplari contemporaneamente o se le visite risultano giornaliere, è lecito ipotizzare che abbiano nidificato nel vostro giardino o limitrofi: è necessario cercare il nido, una struttura cartonacea grigia, più o meno grande secondo l’entità della colonia (fino a 20mila esemplari), in genere tondeggiante o ovale, ubicata in cavità aeree (alberi, sottotetti, cassonetti delle tapparelle, grondaie). Il nido va subito eliminato: sarebbe meglio farlo in inverno, quando gli insetti sono in letargo, ma si può fare anche in estate, rivolgendosi a personale specializzato in disinfestazioni, per l’estrema aggressività degli insetti. È importante eliminare le femmine fecondate (regine) per evitare che formino nuove colonie.

Come evitare punture di vespe 

Ecco una manciata di ulteriori consigli per ridurre il carico di vespe & co.: in caso di pranzi in giardino, tenete coperte le pietanze, almeno con le apposite cupole di garza; controllate il cibo (e soprattutto la frutta colta direttamente dall’albero) prima di portarlo alla bocca; chiudete le bottiglie di bibite e succhi di frutta.

Raccogliete velocemente ed eliminate i rifiuti, i piatti e i bicchieri sporchi, chiudete sempre la pattumiera e non lasciate i sacchi del pattume vicino a casa.

Non lasciate gocciolare i rubinetti del giardino; non utilizzate brocche per servire l’acqua in esterni, bensì bottiglie a chiusura ermetica da richiudere dopo l’uso; coprite i bidoni di raccolta dell’acqua; eliminate le raccolte di liquido stagnante (anche per tener lontane le zanzare); non camminate scalzi dopo aver irrigato il prato.

Asciugate sempre i bordi della piscina e state attenti quando uscite dall’acqua: la pelle bagnata e lucida le attira, così come l’asciugamano bagnato e gli indumenti di colore giallo.

Rimedi naturali a punture di api e vespe

  • Se la puntura è d'ape, prima togliete sempre il pungiglione che rimane conficcato nella pelle con il bulbo del veleno ancora attaccato e versante il liquido sottopelle. Estraetelo con un ago disinfettato (non con una pinzetta: stringendolo, si svuota ancora di più il veleno sottopelle).
  • Frizionate con mezza cipolla o qualche goccia di succo; con una fettina di limone; con foglie fresche di prezzemolo, pomodoro, salvia, timo; con qualche goccia di essenza di basilico o di pino.
  • Applicate un piccolo cataplasma di foglie fresche di basilico pestate, di foglia cruda di cavolo pestata, di porro crudo pestato, di aglio crudo pestato.

 

Api, bombi, vespe, calabroni: come DISTINGUERLI - Ultima modifica: 2019-08-14T08:00:45+02:00 da Redazione GI