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Adulto di carpocapsa del melo e del pero (Cydia pomonella).
La descrizione generale dei lepidotteri (farfalle) e Ditteri (mosche) che depongono le uova nei frutti, da cui si sviluppano larve che assomigliano a vermi

Sotto la dicitura “vermi dei frutti” si raggruppano alcune decine di insetti, appartenenti a ordini differenti, ma caratterizzati dal medesimo comportamento: le femmine depongono le uova dentro i frutti di alberi da frutto, e le larve che si sviluppano nei frutticini si nutrono della loro polpa, danneggiandola. Al termine dello sviluppo larvale, direttamente dal frutticino oppure dalla corteccia del ramo dove la pupa si è portata nel frattempo, fuoriesce l’adulto, che riprende il ciclo. A seconda della specie e della zona geografica, ogni parassita può compiere da una a quattro-cinque generazioni nell’arco della stagione.

La lotta verso questi insetti è complessa, soprattutto perché, vivendo le larve ben protette nella polpa del frutto, non possono venire colpite dai trattamenti con prodotti fitosanitari, se non in periodi molto brevi, della durata di pochissimi giorni, da individuare attraverso le trappole di cattura e un’ottima conoscenza delle fasi biologiche di ciascun parassita.

Va anche detto che nel frutteto familiare non è poi così indispensabile avere tutti frutti perfetti: si può tollerare che una parte di essi “abbia il verme”, visto che basta eliminare la parte danneggiata e consumare quella sana…

Quali sono i vermi dei frutti

I diversi vermi dei frutti (Cydia funesta, C. tenebrana, C. pomonella, Anarsia lineatella, Rhagoletis cerasi, R. completa, Ceratitis capitata, Saissetia [Dacus] oleae ecc.) sono per lo più larve di Lepidotteri (farfalle) o di Ditteri (mosche) che si sviluppano da uova deposte nei frutticini appena iniziano a formarsi e all’interno dei quali si sviluppa la larva che si nutre della polpa del frutto. Tra i Lepidotteri ci sono la carpocapsa della mela e della pera e il verme della noce (Cydia pomonella), le tignole delle Drupacee (C. funesta, C. tenebrana), l’anarsia dell’albicocca e della pesca (Anarsia lineatella). Fra i ditteri si annoverano la mosca della ciliegia (Rhagoletis cerasi), quella mediterranea della frutta (Ceratitis capitata), quella della noce (Rhagoletis completa) e quella dell’oliva (Saissetia o Dacus oleae).

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Albicocche con tignola (Anarsia lineatella).

Appartengono a così tante specie di insetti da colpire praticamente tutte le piante da frutto, inclusi agrumi, kaki, fico, actinidia, ma con l’eccezione della vite, del fico d’India e dei frutti di bosco.

Come e quando si manifestano i vermi dei frutti

Appena incomincia l’allegagione subito dopo la sfioritura, e quindi la formazione del frutticino, gli adulti (farfalle e piccole mosche o moscerini) svolazzano attorno alle piante di loro interesse, fermandosi sui frutticini per deporre le uova mediante l’ovopositore appuntito che fora la buccia.

In generale lo sfarfallamento degli adulti si ha tra aprile e giugno, ma a volte le uova vengono deposte inizialmente sui germogli. Alcuni insetti svolgono varie generazioni l’anno, che colpiscono diverse specie di frutti, mentre altri sono specifici di una sola specie di frutto. Spesso le varietà precoci o al contrario quelle tardive evitano il pericolo perché la formazione dei frutti non coincide con la deposizione delle uova.

Che danno provocano i vermi dei frutti

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Verme (tignola) delle Drupacee (Cydia molesta).

I danni sono provocati dalle femmine che depongono le uova sui frutticini, provocandone nel caso siano colpiti gli agrumi l’immediata marcescenza e caduta, mentre in tutti gli altri casi i frutticini si sviluppano a volte normalmente, a volte deformi perché contengono al loro interno le larve, schiuse dalle uova, che si nutrono della polpa del frutto. Talvolta i frutticini marciscono durante lo sviluppo e cadono.

Come si prevengono e si eliminano i vermi dei frutti

L’impianto di varietà precoci o tardive, a seconda del parassita presente nella zona geografica, può salvare il raccolto. La presenza degli adulti si può rilevare con trappole innescate con il feromone specifico per ciascuna specie.

Nel frutteto familiare si possono tollerare attacchi anche del 20-30%, poiché una parte dei frutti colpiti, quando la larva è penetrata da poco tempo, si può ugualmente consumare eliminando l'indesiderato "inquilino", oppure scartando la parte del frutto danneggiata e utilizzando quella sana per confetture.

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Verme del noce (Cydia pomonella).

La difesa contro le mosche della frutta (Ceratitis capitata), del ciliegio (Rhagoletis cerasi) e dell’olivo (Bactrocera oleae) può essere effettuata posizionando sugli alberi trappole cromotropiche in corrispondenza della fase di invaiatura dei frutti. Queste trappole sono costituite da fogli di colore giallo ricoperti da colla; gli insetti attirati dal colore restano invischiati nella colla (purtroppo non sono trappole selettive, quindi catturano anche mosche, moscerini generici ecc.). Le trappole vanno controllate settimanalmente; se si individuano adulti delle mosche sopra citate (ci vuole un occhio esperto!) è possibile impiegare esche attrattive disponibili in commercio in formato “pronto all’uso”. Gli adulti vengono attirati dalle sostanze attrattive contenute nelle esche (proteine vegetali, zuccheri, sostanze attrattive volatili) e muoiono a causa dell’ingestione o del contatto con sostanze attive insetticide oppure per annegamento nel liquido di alimentazione. In difesa biologica sono ammesse esche a base di una sostanza attiva denominata spinosad (Spintor Fly e Tracer Fly i nomi commerciali); la soluzione può essere distribuita con una pompa a spalla su una parte della chioma (non occorre trattare tutta la chioma) creando una chiazza di circa 40 cm di diametro. Si può effettuare il trattamento a file alterne oppure una pianta sì e una no, in base al sesto di impianto del frutteto. Attenzione: anche se ammessi in difesa biologica, si tratta di prodotti destinati a un uso professionale; per acquistarli occorre il patentino.

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Verme della ciliegia (Rhagoletis cerasi).

Per combattere invece i Lepidotteri dei frutti, è consigliabile utilizzare un prodotto microbiologico a base di un batterio chiamato Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki. Sono moltissimi i formulati disponibili in commercio, tutti ugualmente efficaci contro le larve delle varie specie dannose e, contemporaneamente, innocui per l’uomo, gli animali domestici, gli insetti utili. Risulta fondamentale indirizzare l’applicazione del prodotto contro le larve, che lo assumono per ingestione: il formulato va miscelato in acqua e poi irrorato sulla vegetazione da proteggere. Il successo dei trattamenti dipende dal rispetto delle seguenti condizioni:

  • Per essere certi che le larve parassite ingeriscano una sufficiente quantità di tossine del batterio è importante bagnare accuratamente la vegetazione;
  • Bacillus thuringiensis ha il massimo di efficacia contro le larve giovani, ai primi stadi di sviluppo;
  • Trattandosi di un prodotto microbiologico, viene rapidamente degradato dai raggi ultravioletti, per cui è consigliabile trattare a fine giornata;
  • Se entro 24 ore dal trattamento si verifica una forte pioggia, è bene ripetere l’applicazione;
  • La maggior parte delle formulazioni ha una persistenza sulla vegetazione di circa una settimana, quindi si può ripetere l’applicazione a distanza di 8-10 giorni dalla prima (non superare i 3 trattamenti);
  • Bacillus thuringiensis è sensibile al pH dell’acqua; è consigliabile la correzione dell’acqua di trattamento in modo che abbia un pH superiore a 8;
  • La confezione del prodotto va conservata in un locale fresco, asciutto e senza luce solare diretta.

Per posizionare correttamente i trattamenti con Bacillus thuringiensis è utile eseguire nel frutteto un monitoraggio dei lepidotteri con le trappole a feromoni. In commercio si possono acquistare quelle specifiche per le diverse specie; i trattamenti devono iniziare al superamento della soglia dell’insetto dannoso.

Larve dei frutti: carpocapsa, tignole, mosche - Ultima modifica: 2013-11-13T09:36:19+01:00 da Redazione GI