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Armillaria mellea in ottobre, quando si manifesta sotto forma di fungo commestibile.
Il marciume radicale colpisce le radici che letteralmente scompaiono. Va prevenuto, perché le cure non sono particolarmente efficaci

Il marciume radicale è una fra le malattie fungine più subdole, perché quando diventa evidente è in genere troppo tardi per salvare la pianta.

È causata da numerose specie di funghi (Armillaria mellea, Pythium ecc.), sia quelli superiori come l’armillaria o chiodino o famigliola buona (fungo commestibile) che attaccano piante legnose, sia quelli inferiori microscopici che aggrediscono in prevalenza le piante erbacee.

Il chiodino colpisce indifferentemente alberi e arbusti sia ornamentali sia da frutto; i funghi microscopici, oltre ad alberi e arbusti, aggrediscono anche le piante erbacee verdi e da fiore.

Come si manifesta il marciume radicale

Se è causato dal chiodino, in ottobre si notano i funghi veri e propri alla base del tronco.

Se è dovuto a funghi microscopici, si vede un annerimento al colletto; rapidamente l’esemplare appassisce, mantenendo le foglie che pian piano anneriscono; lo stelo si affloscia, la zona del colletto annerisce e, sollevandola, la pianta si stacca subito dalla terra perché sono marcite le radici.

Che danno provoca

Il decorso sulle piante erbacee è fulminante, perché nell’arco di poche settimane l’esemplare appassisce e muore; il marciume radicale dà manifestazioni evidenti quando è in genere troppo tardi per intervenire.

Sulle piante legnose invece occorrono alcuni anni prima della morte, durante i quali la stabilità dell’esemplare può essere compromessa: potrebbe bastare un forte vento per far crollare un albero.

I chiodini si notano quando appaiono in autunno, ma l’arrivo del fungo risale alla primavera con la sua umidità; i funghi microscopici hanno bisogno di un substrato che rimanga a lungo molto umido, magari con un’elevata umidità dell’aria, quindi è facile osservarli in serra durante l’inverno o in caso di eccesso d’irrigazione.

Come si previene e si cura il marciume radicale

Il substrato (sia in giardino sia in vaso) deve avere un drenaggio perfetto e le annaffiature non devono essere eccessive. Evitate le ferite al tronco (per es. con il decespugliatore). Dopo aver estirpato un esemplare ammalato buttate via il terriccio e lavate il vaso con candeggina; in piena terra disinfettate la buca con sali di rame e lasciatela aperta per sei mesi.

Per piante erbacee, al primo accenno di annerimento, svasate l’esemplare, eliminate con cura e gettate tutto il terriccio umido, recidendo anche le eventuali radici marce, e rinvasate con substrato nuovo e asciutto; non bagnate per almeno una settimana e irrorate tutta la pianta con un prodotto a base di sali di rame; se l’esemplare dà segni di vita, ripetete il trattamento dopo 15 giorni e bagnate pochissimo; se invece non si riprende, la sorte è segnata.

Per piante legnose, se vedete i funghi in autunno eliminateli subito, poi sollevate la corteccia e togliete tutta la parte biancastra (il micelio del fungo) anche sotto terra, quindi trattate con sali di rame, ripetendo l’intervento almeno tre volte fino alla primavera.

Marciume radicale, temibile malattia fungina - Ultima modifica: 2019-06-09T08:05:56+02:00 da Elena Tibiletti